A cominciare dalla copertina
di Paola Bristot
Il signore dei colori di Roberto La Forgia ha qualcosa che disturba già nella copertina. Il titolo parla di colori e invece la copertina è nera, ci sono più ombre che luci, e il signore dei colori è più che un’ombra, un buco nero, di cui leggiamo la sagoma secondo un gioco di percezione che lascia solo alla nostra immaginazione tracciare le linee che delimitano la forma.
La
lettura inizia quindi con un po’ di sospetto, c’è qualcosa che
non quadra. Infatti, nonostante i protagonisti siano dei ragazzini
tra i sette e i dieci anni e soprattutto il disegno sia
apparentemente elementare, man mano ci si addentra nella storia i
sospetti diventano concreti e l’inquietudine prende il sopravvento.
Roberto
La Forgia pare voglia proprio disturbarci e usa i fumetti neri e
arancione, pesanti come le nuvole arancione del cielo estivo di un
paese di provincia, che vede tre ragazzini perduti nella noia,
arrivati come tutti alla fine dell’estate senza aver fatto i
compiti. Quello che succede dopo è ancora fatto del niente,
incontri, scoperte, sentimenti abbozzati, quelli dei ragazzini delle
elementari. Il niente che sono le giornate dell’estate dove non è
tutto bianco o tutto nero, non è sempre chiaro dove porta la pista
delle biciclette o quel che succede nel negozio all’angolo.
I colori
della storia sono spariti per la troppa luce e il troppo sole,
tagliati fuori dalla nostra vista che pure immagina tutto, definisce
le forme, anche se appena accennate, immagina risvolti, anche se
appena accennati, fino a fermarsi un istante di più sulle pagine
nere, quasi alla fine, quando restiamo lì a riflettere su sentimenti
contrastanti.
Paola Bristot è docente di Storia della Grafica presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, appassionata e grande conoscitrice del linguaggio del fumetto.
Paola Bristot è docente di Storia della Grafica presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, appassionata e grande conoscitrice del linguaggio del fumetto.
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