mercoledì 31 luglio 2013

Voci, volti e matite dall'Iran: Mana Neyestani e gli altri a Collecchio dal 23 agosto


IRAN, VOCI DEL DISSENSO E MATITE DALL'ESILIO
FUMETTI, SATIRA, VIGNETTE E FOTO DI MANA NEYESTANI
E ALTRI AUTORI IN MOSTRA A COLLECCHIO (PARMA)
INAUGURAZIONE VENERDÌ 23 AGOSTO

BIGLIETTI DI SOLA ANDATA DA TEHERAN
Echi di rivolta, voci dall’esilio
Fotografie di Pietro Masturzo
Vignette di Mana Neyestani e Kianoush Ramezani
Documenti video di Martina Castigliani e Francesco Alesi
Villa Soragna – Parco Nevicati, Collecchio (PR) 23 agosto-7 settembre 2013
Inaugurazione venerdì 23 agosto, ore 19
 
LA MOSTRA

VOCI DALL’ESILIO: LE VIGNETTE DI MANA NEYESTANI e KIANOUSH RAMEZANI
Villa Soragna ospita per la prima volta in Italia una selezione originale delle vignette di Mana Neyestani e Kianoush Ramezani, due tra i più celebrati autori satirici iraniani, oppositori del regime degli ayatollah, perseguitati in patria e costretti a riparare nell’esilio europeo, da dove continuano con le loro vignette fulminanti e amare a far sentire la loro voce, in un dialogo ininterrotto con la patria perduta: come una nuova eco al richiamo di rivolta lanciato dai tetti di Teheran. Mana Neyestani, fumettista incarcerato in Iran a causa di un disegno, è oggi esule in Francia e ha raccontato la sua kafkiana vicenda nel graphic novel Una metamorfosi iraniana (Coconino Press – Fandango). 



REVOLUTION ON THE CARPET: IL DOCUMENTARIO
Le testimonianze di Mana Neyestani, Kianoush Ramezani e quelle di molti altri esuli come loro, figli della rivoluzione tradita del 1979 e giovani rifugiati del Movimento Verde: le speranze, gli errori, le disillusioni di due generazioni di iraniani a confronto, negli estratti in anteprima dal documentario in lavorazione Revolution on the carpet di Martina Castigliani e Francesco Alesi.

UN BIGLIETTO DI SOLA ANDATA
C’è una forma estrema di viaggio, che per sua natura non prevede il ritorno ma che, per sua natura, si nutre del desiderio di ritornare. L’esilio è un viaggio che si compie una sola volta e in un’unica direzione ma che non smette mai di tornare con il pensiero, l’immaginazione, la parola, la rabbia sui propri passi.
L’Iran è tra i paesi che più di tutti hanno spinto la propria migliore gioventù a intraprendere questo viaggio: è successo la prima volta nel 1979, quando la Rivoluzione iraniana ha divorato molti dei suoi stessi figli, costringendoli all’esilio; accade nuovamente oggi con gli esponenti del Movimento Verde e con tutti coloro che si battono per una svolta democratica del regime degli Ayatollah. Il Collecchio Video Film Festival, che nel suo decennale si interroga sul senso del viaggio, dedica l’evento speciale ai volti, alle voci e alle opere di alcuni di coloro che hanno compiuto questo viaggio di sola andata.

ECHI DI RIVOLTA: GLI SCATTI DI PIETRO MASTURZO
Nel giugno 2009, quando scoppia la protesta per i brogli elettorali che hanno confermato alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad, Pietro Masturzo è tra i pochi testimoni occidentali a Teheran: “Ho cominciato a sentire voci provenienti dai tetti. Qualcuno mi ha spiegato cosa stava succedendo: gridavano Allah è grande, una protesta che riprendeva quella della rivoluzione islamica del 1979, quando il popolo faceva la stessa cosa sui tetti come forma di dissenso contro lo scià. Così ho cominciato a salire anch’io e ho iniziato a scattare”. Le foto di Masturzo hanno fatto il giro del mondo, vincendo il World Press Photo e diventando l’emblema delle rivolta: Teheran Echoes, urla nella notte come richiami alla coscienza del mondo.

Con il PATROCINIO E IL CONTRIBUTO DI
Regione Emilia-Romagna
Provincia di Parma
Comune di Collecchio

IDEAZIONE E ALLESTIMENTO
Bomba di Riso

IN COLLABORAZIONE CON
Mandeep photography
Coconino Press - Fandango

CREDITS

Mana Neyestani
Nato nel 1973 a Teheran, è fumettista e illustratore. E’ particolarmente noto per il suo lavoro per il giornale Zan e per la testata iraniana in esilio Radio Zamaneh. Nel 2012 ha pubblicato in Italia per Coconino Press-Fandango il graphic novel Una metamorfosi iraniana.
E’ diventato un attivista politico per caso. Un giorno ha disegnato una vignetta con uno scarafaggio e un bambino che gli chiedeva: come possiamo sconfiggere gli scarafaggi? Era una vignetta per bambini, una di quelle che non dovrebbero fare del male a nessuno. Ma una minoranza etnica si è sentita rappresentata e ha preso quella vignetta come un incitamento alla rivolta: gli azeri sono scesi nelle strade a protestare e Mana è diventato uno dei simboli e dei bersagli della protesta, finendo paradossalmente incarcerato dal governo iraniano nella prigione di massima sicurezza di Evin. “Se fossi stato in Iran, probabilmente non ci sarei andato in piazza nel giugno del 2009, non sono un tipo da proteste”. Poi la fuga e ora non ha più scelta. Vive in un piccolo monolocale con la moglie, che lo segue da tre anni in viaggio per il mondo.

Kianoush Ramezani
Nato nel 1973 a Rasht, è un fumettista e attivista per i diritti umani. Vive in Francia dal dicembre 2009 come rifugiato politico. Porta il cappello e ha sempre occhiaie profondissime, le notti le passa a pensare. Passeggia ai bordi della Senna, dove ogni pomeriggio va a disegnare le sue vignette. Lo faceva quando era in Iran, e continua a farlo ora, dopo che i fatti del 2009 lo hanno costretto a partire: disegna e utilizza la sua penna per raccontare l’attualità. È membro di “Cartooning for Peace” e nella sua camera ha tutti i vestiti ammassati come se fosse sempre in procinto di partire o appena arrivato da un lungo trasloco.

Pietro Masturzo
E’ uno dei più interessanti esponenti dell’ultima generazione di fotogiornalisti italiani.
Nato a Napoli nel 1980, dopo la laurea in Relazioni Internazionali, si trasferisce a Roma per approfondire lo studio della fotografia. Dal 2007 è fotografo professionista e collabora con diverse agenzie di fotogiornalismo, pubblicando i suoi scatti sulle principali testate giornalistiche italiane e internazionali. Nel 2009 è tra i fondatori di Kairos Factory, un collettivo italiano di fotografi documentaristi. Nel 2010 trionfa al World Press Photo, il più prestigioso premio fotogiornalistico internazionale: un suo scatto della protesta sui tetti di Teheran contro il regime degli ayatollah è premiato come Foto dell’anno e l’intero reportage ottiene il primo premio nella categoria Protagonisti dell’attualità. Nel 2011 entra a far parte dell’agenzia fotografica italiana OnOff.
I reportage di Masturzo sono prevalentemente focalizzati sui temi politici e sociali, ma lo sguardo è rivolto soprattutto alla vicenda umana delle storie, anche nel racconto dei grandi eventi dell’attualità.

Francesco Alesi
Nato a Roma nel 1975, dove tuttora vive. Dopo un’esperienza di tre anni e mezzo come poliziotto si dimette per iscriversi all’Università La Sapienza dove si laurea in Filosofia. Nel 2007 si trasferisce in Irlanda, lavorando come corrispondente per un quotidiano italiano. Nel 2008 consegue a Londra un Master in Photojournalism all’Università di Westminster. Nel 2009 torna a Roma, dove inizia la sua carriera di fotoreporter. I suoi reportage sono stati pubblicati in Italia e all’estero. Collabora con ONG come Greenpeace, Save the Children, Amnesty International, ActionAid. Nel 2010 vince il Premio Anello Debole (primo premio e premio della giuria) del Festival di Capodarco con il documentario “Campania d’Africa”. Nel 2010 è laureato del premio ANI Visa Pour L’image con il fotoreportage “Campania d’Africa”.

Martina Castigliani
Nata a Guastalla (Re) nel 1987, vive a Bologna. Nel 2012 si laurea in sociologia politica del Medio Oriente all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales a Parigi. Giornalista pubblicista, dal 2006 al 2010 lavora come collaboratrice presso la Gazzetta di Reggio (gruppo l’Espresso). Attualmente lavora per Il Fatto Quotidiano. Nel 2010 vince il primo premio all’International Journalism Festival a Perugia, nel concorso “Una storia ancora da raccontare: Maria Grazia Cutuli”. Nel 2010 vince il concorso “Young Reporters against poverty” organizzato dall’European Journalism Festival. Nel 2012 vince il secondo premio al Premio Ischia di giornalismo (Il Manifesto, VeDrò) per “Blog-Notes”.


Bomba di Riso







Mostre a cura di Bomba di Riso a Villa Soragna:

agosto 2012: Gipi, “L’Ultimo Terrestre e altre Apocalissi di provincia”
agosto 2011: Marco Chiarini, “L’Uomo Fiammifero. O come ci inventammo il cinema”
agosto 2010: Altan, “Cipputi sui tetti. Francesco Tullio Altan e la Crisi”
agosto 2009: Parallelozero, “Metropoli via Emilia. Da Pechino a Dakar via Novellara”
agosto 2008: Alessandro Gandolfi: “Blues delle terre basse. Visioni musicali dall’America al Po”
agosto 2007: Romano Levi, Marco Buzzoni, Stefano Chiuri, “Romano Levi e la donna selvatica”

I LUOGHI

Villa Soragna, edificio del primo '800 è sede dell’omonimo Centro Culturale di Collecchio.
Gli spazi ai piani superiori della Villa sono adibiti a mostre, conferenze, incontri, esposizioni.
Sette sale espositive in grado di accogliere oltre cinquanta opere. La Villa è immersa nel Parco Nevicati, un rigoglioso parco all’italiana con cedri secolari e piante ad alto fusto, popolato da una folta colonia di conigli, di provenienza ignota, che nelle sere d’estate ricopre, come un manto di pelo, l’erba dei prati.

martedì 23 luglio 2013

Centomila giornate di preghiera

"Centomila giornate di preghiera" è la storia di Louis, un bambino di 8 anni di origine cambogiana, che si interroga sull'assenza del padre. Louis vive con la madre francese, e ogni volta che chiede notizie di suo padre lei scoppia a piangere, ma gli dà risposte evasive. Nel suo domestico micro-cosmo di silenzio l'unico compagno di Louis è un uccellino che ha ricevuto in dono, e che nella fantasia del bambino si trasforma in una guida alla scoperta del segreto di famiglia. Una verità legata alla tragedia del genocidio del popolo cambogiano ad opera dei Khmer Rossi (1,7 milioni di persone uccise tra il 1975 e il 1979).
Non è un reportage, ma un romanzo a fumetti delicato e intenso. Il dramma della Cambogia è più evocato che raccontato, attraverso una storia sulla ricerca di identità e sulla difficoltà di trasmettere la memoria alle nuove generazioni. L'autrice dei testi, Loo Hui Phang, è una scrittrice del Laos e oggi vive in Francia. Il suo racconto e i disegni di Michael Sterckeman ci hanno emozionato e commosso.
Altre info su questo graphic novel le trovate qui.

venerdì 12 luglio 2013

Golem Stories: pillole di grazia e crudeltà

Davvero: Sammy Harkham è un giovane genio americano. Non solo perché ha ideato la rivista cult Kramers Ergot, ma perché non capita spesso di trovare in un solo autore di fumetti una tale varietà di toni, emozioni, storie. Prendete Golem Stories, volume antologico appena uscito di racconti brevi pubblicati negli anni su mini-comics, fanzine e riviste. Ci trovate avventura, pirati e viaggi per mare (Poor Sailor, un gioiello), tormenti adolescenziali di teenagers australiani, rivalità tra professori universitari newyorchesi, fotogrammi di b-movies dell'orrore, un tragicomico apologo in un villaggio ebraico dell'Ucraina... Poesia, amore e problemi di coppie, crudeltà e miserie umane, umorismo yiddish. Tutto disegnato con uno stile semplice e insieme raffinato che rende omaggio a grandi classici americani, da Segar a Roy Crane e Harold Gray. E' un fumetto senza intellettualismi, che va dritto al cuore. Dice il cantautore Bonnie Prince Billy (per cuii Harkham disegna spesso copertine di dischi): "Sammy vede bene il caos e la disperazione della vita, dà per scontati i tormenti dell’amore. Ma i suoi fumetti, con grazia e poesia, ci scrollano di dosso tutto questo con un’alzata di spalle". Noi ci siamo innamorati della tenerezza e della crudeltà di queste Golem Stories. Se leggerete, non potrete non essere d'accordo.